Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 ATTO SECONDO
 
 Vaghe e fiorite colline, da una amena pianura divise.
 
 SCENA PRIMA
 
 LICISCO e FILENO a’ piedi delle colline. CORINNA e CLORI vengono scendendo da esse
 
 LICISCO
210Filen, vedi dal monte
 scender la tua Corinna.
 FILENO
                                             E tu, Licisco,
 mira dal colle opposto
 la tua vezzosa Clori.
 LICISCO
 Io qui ascoso l’attendo...
 FILENO
                                              Io qui mi celo...
 LICISCO, FILENO
                  ridirle                sprezzati
215Per poi                    i miei                  amori.
               spiegarle              scherniti
 CORINNA e CLORI A DUE
 
    Il mio caro, il mio diletto
 in amor non ha costanza.
 
    Cangia voglie ad ogni oggetto
 e l’accende ogni sembianza.
 
 SCENA II
 
 FILENO e CORINNA da una parte, LICISCO e CLORI dall’altra
 
 FILENO
220Mia leggiadra Corinna.
 LICISCO
                                             Amabil Clori.
 CORINNA
 Eh, lasciami, o Filen.
 CLORI
                                         Parti, o Licisco.
 FILENO
 Perché tanto rigor?
 LICISCO
                                      Perché mi fuggi?
 CORINNA
 M’è noioso il tuo volto.
 CLORI
                                            Odio il tuo amore.
 FILENO
 
    Pietà di chi t’adora.
 
 CORINNA
 
225Lasciami d’adorar.
 
 LICISCO
 
    Per te sospiro ognora.
 
 CLORI
 
 Cessa di sospirar.
 
 FILENO
 Ahimè! sempre crudel?
 CORINNA
                                              Sempre importuno?
 LICISCO
 Ah, deponi una volta il fiero orgoglio.
 CLORI
230Tu gl’inutili voti.
 FILENO
 Se tu brami il mio sangue...
 CORINNA
                                                     Addio, Fileno.
 LICISCO
 Se tu vuoi la mia morte...
 CLORI
                                                 Addio, Licisco.
 FILENO
 Ferma; già parto.
 LICISCO
                                   Ecco, ti lascio. Ah senti.
 CORINNA
 Parla ma poi t’invola.
 CLORI
235Parla ma questi sien gli ultimi accenti.
 FILENO
 
    Piagami a tuo piacer.
 
 LICISCO
 
 Armati di rigor.
 
 A DUE
 
 L’alma t’adorerà.
 
 FILENO
 
    Io mi pregio di fede.
 
 LICISCO
 
240Io mi vanto di amor.
 
 A DUE
 
 E tu di crudeltà.
 
 SCENA III
 
 CORINNA, CLORI e TIRSI
 
 CORINNA
 Tirsi.
 CLORI
              Mio Tirsi.
 TIRSI
                                   Ora vedrai se t’amo. (A Clori)
 CORINNA
 Caro oggetto de l’alma...
 TIRSI
 Ancor osi, infedel?
 CORINNA
                                     Qual ira?
 TIRSI
                                                         Taci.
245O quanto t’amo, o Clori.
 CORINNA
 Aimè, sugli occhi miei?
 CLORI
                                              Così mi piaci. (A Tirsi)
 CORINNA
 Crudel, perché mi affligi? In che peccai?
 Quando infedel ti fui? Quando ti offesi?
 Così presto scordasti
250la data fede, i giuramenti, iniquo?
 Volgiti. O dio! Donami un guardo solo
 e, se goder tu vuoi
 de la tua crudeltà, mira il mio duolo.
 TIRSI
 Ninfa, a che perdi e le querele e i pianti?
255Son io Tirsi o Fileno? A quanti chiedi
 la fede che tu rompi,
 l’amor che tu non serbi?
 T’udii, ti vidi, iniqua.
 CLORI
                                          O fido amante! (Sorridendo a Tirsi)
 CORINNA
 (Se il turba gelosia, Tirsi è costante). (A parte)
260Eh, fuga da la mente
 l’ombre gelose, i torbidi sospetti.
 Tu sei di questo sen, tu di quest’alma
 il soave tiranno.
 
    Tu sei mia vita, mio solo amor;
265per te s’adorna questo sembiante;
 e tu sol vivi dentro al mio cuor.
 
 Tirsi, ah, Tirsi vezzoso,
 quando sei tanto amato,
 perché sei sì geloso?
 TIRSI
 
270   Quanto t’ami, o bella Clori,
 tu lo vedi e tu lo sai.
 
    Dimmi, cara, a’ miei dolori
 se pietà negar potrai.
 
 CLORI
 
    Al tuo amor quest’alma crede.
275E tu sai che t’amo anch’io.
 
    Al candor de la tua fede
 ricompensa è l’amor mio.
 
 SCENA IV
 
 CORINNA
 
 CORINNA
 Tirsi, Tirsi, ove vai? Così mi lasci?
 Per un vano sospetto
280mi sprezzi e corri ad altra ninfa in seno?
 Io l’amor non ti serbo?
 Io ti rompo la fede? Ah no, tu solo
 mi fai rea del tuo fallo.
 Tu mi fingi infedel per poi tradirmi.
285Misera! Che risolvo?
 Dopo un sì grave oltraggio
 posso amar l’empio ancora?
 Aimè! Tregua, o sospiri.
 Se il turba gelosia, Tirsi m’adora.
 
 SCENA V
 
 DAFNE e CORINNA
 
 DAFNE
290Tirsi t’adora? O misera Corinna.
 CORINNA
 Dafne, che arrechi?
 DAFNE
                                       Ambe saremo omai
 più nel dolor che ne l’amor rivali.
 Siam tradite ugualmente.
 CORINNA
 Che fia?
 DAFNE
                   Vidi, ahi qual vista!
295vidi Tirsi con Clori...
 CORINNA
                                        Anch’io gli vidi.
 DAFNE
 Lieti partir, stringendo
 destra con destra,,,
 CORINNA
                                     Ed io ne strinsi il laccio.
 DAFNE
 Mirarsi e sospirar...
 CORINNA
                                       Finti sospiri.
 DAFNE
 Poi sorridean tra loro...
 CORINNA
                                             Ed io fors’era
300il sogetto del riso.
 DAFNE
 O vista che m’uccise! E non so come
 possa viver ancor né quando possa
 finir di lacrimar. Ma tu non piangi?
 E non ti turbi? E l’ami? O fiacchi amori!
 CORINNA
305Dafne, ascolta. In tal guisa
 Tirsi per gelosia finge con Clori.
 
    Finge così
 quando ben ama un cuor.
 
    Si pasce di sospetto
310e alor manca d’affetto
 che manca di timor.
 
 SCENA VI
 
 DAFNE
 
 DAFNE
 Anche questa è tradita e pur nol crede.
 E forse al par di lei tradita è Clori.
 Tirsi infedel, con tutte
315serba il costume suo né obblia sé stesso.
 Ah, spergiuro amator, de le tue frodi
 gli arcani svelerò. Forse vedrai
 che sola può quest’alma
 dopo il tuo tradimento ancora amarti;
320o potrà forse alquanto
 mitigarsi il mio duolo
 con l’inutil piacer de l’altrui pianto.
 
    Chi sa che per pietà
 un dì chi mi tradì
325non mi consoli.
 
    O almeno, occhi dolenti,
 stanchi da’ miei tormenti
 voi sempre non sarete
 a pianger soli.
 
 SCENA VII
 
 ALISA e poi CELIA, NICEA e CLITIA con seguito di ninfe
 
 ALISA
 
330   Spensierata, o prati erbosi,
 vaghi colli, a voi mi porto.
 
    Sol voi siete il mio conforto.
 Sol voi fate i miei riposi.
 
 CELIA
 Meco in gara d’onor co’ lor concenti
335sono Clitia e Nicea.
 NICEA
                                      Giudice eletta
 te abbiam, ninfa gentil.
 ALISA
                                              Son pronta, o ninfe,
 a compiacervi.
 CLITIA
                              Or che si bada? A l’opra.
 CELIA
 Amor sia solo il sogetto del canto.
 NICEA
 Noi diam principio. Ogn’altra taccia intanto.
 CELIA e NICEA (Suonino e cantino)
 
340   Alme, godete
 del bel diletto
 che amor nel petto
 viene a spirar.
 
    S’arde, se piaga,
345dolce è l’ardore,
 cara è la piaga
 che fa penar.
 
    Quel faggio udite
 che, lieto amando,
350sta sussurrando
 del suo piacer.
 
    Quindi ascoltate
 le tortorelle
 che innamorate
355stanno a goder.
 
 CELIA
 Clitia, e tu che più lenta? A che non dai
 a le corde ineguali
 con la maestra man suono concorde?
 CLITIA
 Ecco pronta m’accingo.
 CELIA e NICEA (Cantino, tutte tre suonino)
 
360   Chi perde amando
 in fresca età
 la libertà
 non tema di penar.
 
    Tra fiori e sponde
365cantan gli augelli,
 scherzano l’aure,
 danzano l’onde.
 
    Cantano, scherzano, danzano
 ma solo per amar.
 
 SCENA VIII
 
 SILVIA suonando il flauto scende dal monte, seguita da ninfe e pastori con istromenti pastorali, e le suddette
 
 NICEA
370Ma qual nuova armonia? (Segue il concerto de’ flauti) Giungi opportuna,
 o Silvia.
 SILVIA
                  Or tutte assieme
 de’ nostri accenti il colle
 facciam dolce eccheggiare.
 ALISA
                                                   A miglior tempo
 fra voi deciderò.
 CELIA
                                 Voi qui fra tanto
375sciogliete al nostro canto,
 ninfe e pastori, in lieta danza il passo.
 CORO DI PASTORI E DI NINFE
 
    Il cuor legato o sciolto
 da’ lacci d’un bel volto
 non perda il suo diletto,
380non lasci di goder.
 
    È dolce l’amar
 e dolce è ’l non penar
 per un sembiante.
 
    Può l’alma amante
385e può chi non ama
 gioir d’un bel piacer.
 
 Segue la danza rusticale tra pastori e ninfe.
 
 Fine dell’atto secondo